sabato 30 maggio 2009

“Ti ricordi quando mi hai chiesto se avevo le pastiglie per la felicità? La pastiglia è la vita. Vivi, buttati, apriti, ascoltati. Le tue paure, le tue ansie sono dovute al fatto che tu esisti ma non vivi. Sei castrato nei sentimenti. Sei bloccato. Ti ricordi quella frase di Oscar Wilde? Diceva che vivere è la cosa più rara al mondo. La maggior parte della gente esiste, e nulla più.”
Fabio Volo - E’ una vita che ti aspetto

Non t'amo come se fossi rosa di sale, topazio

o freccia di garofani che propagano il fuoco:

t'amo come si amano certe cose oscure,

segretamente, tra l'ombra e l'anima


T'amo come la pianta che non fiorisce e reca

dentro di sé, nascosta, la luce di quei fiori;

grazie al tuo amore vive oscuro nel mio corpo

il concentrato aroma che ascese dalla terra.


T'amo senza sapere come, né quando, né da dove,

t'amo direttamente senza problemi né orgoglio:

così ti amo perché non so amare altrimenti


che così, in questo modo in cui non sono e non sei,

così vicino che la tua mano sul mio petto è mia,

così vicino che si chiudono i tuoi occhi col mio sonno.


Pablo Neruda

venerdì 29 maggio 2009

A mano a mano..


A mano a mano ti accorgi che il vento

Ti soffia sul viso e ti ruba un sorriso

La bella stagione che sta per finire

Ti soffia sul cuore e ti ruba l'amore


A mano a mano si scioglie nel pianto

Quel dolce ricordo sbiadito dal tempo

Di quando vivevi con me in una stanza

Non c'erano soldi ma tanta speranza

E a mano a mano mi perdi e ti perdo


E quello che è stato ti sembra più assurdo

Di quando la notte eri sempre più vera

E non come adesso nei sabato sera....

Ma...dammi la mano e torna vicino

Può nascere un fiore nel nostro giardino

Che neanche l'inverno potrà mai gelare

Può crescere un fiore da questo mio amore per te


E a mano a mano vedrai che nel tempo

Lì sopra il suo viso lo stesso sorriso

Che il vento crudele ti aveva rubato

Che torna fedele L'amore è tornato da te....


Ma...dammi la mano e torna vicino

Può nascere un fiore nel nostro giardino

Che neanche l'inverno potrà mai gelare

Può crescere un fiore da questo mio amore per te

giovedì 28 maggio 2009

Il tempo passa.. la sua futilità nel considerare l'oggi resta..

Era passato un anno.. quando nella penombra prese la mano che le porgeva e se la porto' alla bocca e poi rivolgendosi ai presenti che ridacchiavano, disse :"Certe persone vanno trattate in maniera diversa"( o qualcosa del genere ).. di colpo la riporto' agli ultimi anni passati.. passati si, ma cosi' vicini da sobbalzare all' idea che potessero tornare.. eppure ora con suo grande stupore avrebbe voluto tornassero! Non era lui la causa di tutto, non erano loro.. era lei e ora lo sapeva.. era proprio vero che il luogo non conta, dovunque vai ti porti dietro ciò' che sei e questo ti condizionerà' inevitabilmente..


Lì sopra, solo.. proprio non ce lo vedeva.. un lieve sorriso nel rivedere dopo tanto quell' espressione che accompagnava sempre l'incipit di ogni suo discorso.. un po' di nostalgia, la carica, la rabbia, la disperazione, la speranza, la voglia di urlare che ogni sua parola le infondeva.. il dispiacere di non essersene servita.. perché "Forse ora sarebbe tutto cosi' diverso".. aveva davvero combattuto contro i mulini a vento per così tanto da dimenticare tutto il resto.. fino all' abiura di sè.. e ora di colpo le sembrava di essere dove era sempre stata, ferma immobile.. avrebbe voluto fargli tante domande, dirgli tante cose.. sapeva che la rabbia, la sensazione di inadeguatezza che la smuoveva dentro era molto simile a quella che provava lui.. forse aveva pensato di odiarlo perché così simile a lei?

Accanto c'era lei.. le venne da sorridere, non era proprio cambiato nulla.. si scambiavano sguardi eloquenti ascoltando quelle parole, si capivano al volo.. eppure in ciò che di più importante c'era stato proprio non si erano capite.. "Uno si aspettava chissà cosa al ritorno..".. si era bloccata e l' aveva guardata in faccia, quelle parole l' avevano trafitta.. possibile che non aveva capito mai nulla??? Quello che voleva era stato lì a portata di mano.. quello che tanto avrebbe voluto se l'era lasciato sfuggire.. aveva perso qualcosa di inestimabile.. la sua amicizia..

Un pensiero nostalgico.. il sole che le accompagnava in quel pomeriggio sul far della sera.. era passato un anno.. "Allora mi raccomando! Se ti salta addosso chiamami!! E mandami un mex quando torni.. voglio sapere tutto tutto tutto.. e dimmi come ti sei vestita!! Ahhh e non fare la lecia eh!!".. "Seb.. sei proprio lecia!".. E la guardo' entrare in macchina.. qualcuno avrebbe detto.. piccole shampiste crescono..

domenica 3 maggio 2009

Il Piccolo Principe (Antoine De Saint- Exupéry)


Se qualcuno ama un fiore, di cui esiste un solo esemplare in milioni e milioni di stelle, questo basta a farlo felice quando lo guarda. "E lui si dice: "Il mio fiore è là in qualche luogo." "Ma se la pecora mangia il fiore, è come se per lui tutto a un tratto, tutte le stelle si spegnessero! E non è importante questo!" Non potè proseguire. Scoppiò bruscamente in singhiozzi. Era caduta la notte. Avevo abbandonato i miei utensili. Me ne infischiavo del mio martello, del mio bullone della sete e della morte. Su di una stella un pianeta, il mio, la Terra, c'era un piccolo principe da consolare! Lo presi in braccio. Lo cullai. Gli dicevo: "Il fiore che tu ami non è in pericolo. Disegnerò una museruola per la tua pecora. E una corazza per il tuo fiore. Io…"
Non sapevo bene cosa dirgli. Mi sentivo molto maldestro. Non sapevo come toccarlo, come raggiungerlo.. il paese delle lacrime è così misterioso..



…"E una cosa da molto dimenticata. Vuol dire "creare dei legami"…"
"Creare dei legami?"
"Certo", disse la volpe. "Tu, fino ad ora, per me, non sei che un ragazzino uguale a centomila ragazzini. E non ho bisogno di te. E neppure tu hai bisogno di me. Io non sono per te che una volpe uguale a centomila volpi. Ma se tu mi addomestichi, noi avremo bisogno l’uno dell’altro. Tu sarai per me unico al mondo, e io sarò per te unica al mondo"…


"Non si conoscono che le cose che si addomesticano", disse la volpe.
"Gli uomini non hanno più tempo per conoscere nulla. Comprano dai mercanti le cose già fatte. Ma siccome non esistono mercanti di amici, gli uomini non hanno più amici. Se tu vuoi un amico addomesticami!"
"Che bisogna fare?" domandò il piccolo principe.
"Bisogna essere molto pazienti", rispose la volpe.

Così il piccolo principe addomesticò la volpe.
E quando l’ora della partenza fu vicina:
"Ah!" disse la volpe, "… piangerò".
"La colpa è tua", disse il piccolo principe, "io non ti volevo far del male, ma tu hai voluto che ti addomesticassi…"
"E’ vero", disse la volpe.
"Ma piangerai!" disse il piccolo principe.
"E’ certo", disse la volpe.
"Ma allora che ci guadagni?"
"Ci guadagno", disse la volpe, "il colore del grano".
Poi aggiunse:
"Va’ a rivedere le rose. Capirai che la tua rosa è unica al mondo. Quando ritornerai a dirmi addio, ti regalerò un segreto".
Il piccolo principe se ne andò a rivedere le rose.
"Voi non siete per niente simili alla mia rosa, voi non siete ancora niente", disse.
"Nessuno vi ha addomesticato, e voi non avete addomesticato nessuno.
Voi siete come era la mia volpe. Non era che una volpe uguale a centomila altre. Ma ne ho fatto un mio amico e ora è per me unica al mondo".
Le rose erano a disagio.
"Voi siete belle, ma siete vuote", disse ancora.
"Non si può morire per voi. Certamente, un qualsiasi passante crederebbe che la mia rosa vi assomigli, ma lei, lei sola, è più importante di tutte voi, perché è lei che ho innaffiata. Perché è lei che ho messa sotto la campana di vetro. Perché è lei che ho riparata col paravento. Perché su di lei ho ucciso i bruchi (salvo i due o tre per le farfalle). Perché è lei che ho ascoltato lamentarsi o vantarsi, o anche qualche volta tacere. Perché è la mia rosa".
E ritornò dalla volpe.
"Addio", disse.
"Addio", disse la volpe. "Ecco il mio segreto. E’ molto semplice: non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi".
"L’essenziale è invisibile agli occhi", ripeté il piccolo principe , per ricordarselo.
"E’ il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa cosi importante".
"E’ il tempo che ho perduto per la mia rosa…" sussurrò il piccolo principe per ricordarselo.
"Gli uomini hanno dimenticato questa verità. Ma tu non la devi dimenticare. Tu diventi responsabile per sempre di quello che hai addomesticato. Tu sei responsabile della tua rosa…"
"Io sono responsabile della mia rosa…" ripeté il piccolo principe per ricordarselo.

venerdì 1 maggio 2009

Si dev’ essere così!! Che tutto quel che accade ha un senso.. altrimenti non saresti qui, ed io con te non perderei il mio tempo..




Aveva sognato l' Amore ancor prima di volerlo.
Aveva immaginato tutto, nei più minimi dettagli.. quando.. dove.. come.. ma soprattutto chi. Sempre così razionale e riflessiva, questa volta aveva tralasciato un particolare.. la vita è imprevedibile, l' Amore lo è.
E ora lo sapeva.
Non riusciva a non sorridere, era qualcosa di involontario quell' incrinarsi all' insu delle sue labbra, quel lento schiudersi, quell' assaporare il contatto con qualcosa su cui lui aveva lasciato un segno, un ricordo.
I suoi pensieri invasi dal nome di chi era riuscito ad eludere le barriere, le protezioni su cui per tanti aveva accuratamente lavorato.
Pazientemente, giorno dopo giorno le aveva rapito il cuore.. chiudendo gli occhi vedeva i suoi: bellissimi, dolci, profondi.. sarebbe rimasta ad osservarli per ore.. il profumo della sua pelle la seguiva ovunque, il ricordo del tocco delle sue mani sul suo viso la faceva rabbrividire..
E pensare che se qualche mese fa qualcuno gliel' avesse detto, l' avrebbe preso per pazzo.. e invece attimo dopo attimo, aveva cercato di andare contro tutto ciò che era "giusto" ma in netto contrasto con i suoi desideri.. lasciando da parte i suoi pregiudizi, come se non sapesse nulla di quella persona, aveva azzerato tutti i cattivi pensieri, le opinioni affrettate e superficiali, che ogni tanto si raffioravano, ma che ormai non avevano piu' radici nella sua mente e nel suo cuore. Aveva provato a scoprirlo nei suoi sguardi, nei suoi movimenti, nei suoi gesti, nella sua pazienza e comprensione.. e quando l' aveva "guardato" attraverso il cuore ne era rimasta affascinata..

Le sue mani che corrono delicate ad accarezzarle la schiena, lei distesa, lui al suo fianco, occhi negli occhi.. un momento che avrebbe voluto non finisse mai.. le sue dita scrivono sulla sua schiena qualcosa, quelle due parole sono tutto ciò che vorrebbe fosse realtà.. ma quella magia si interrompe, dentro di lei si spezza qualcosa.. se non fosse vero? Se fosse solo un gioco? Veloce cerca il suo sguardo.. come potrebbero mai quegli occhi, che lei tanto ama, mentirle? Non riesce a credere che lui sia così interessato a lei.. quando la guarda teme quello che potrebbe vedere.. è maledettamente ossessionata dal non essere abbastanza.. quello sguardo le penetra nell' anima, le si stringe il cuore, un brivido che corre dal collo alla schiena, una voglia di ritrarsi ed essere trattenuta allo stesso tempo.. la voglia che quelle mani non smettano mai di accarezzarle il viso, che quegli occhi sia posati solo e soltanto su di lei, che quelle labbra cerchino solo le sue, che quelle braccia si stringano solo intorno al suo di corpo.. il disagio di non riuscire a penetrare la sua anima.. come vorrebbe entrare nella sua mente, dargli serenità, fargli sentire che lei è lì solo per lui, rincuorarlo, farlo sentire speciale.. e invece non è capace.. vorrebbe condividere tutto con lui, vorrebbe non aver paura di domandare, di chiedere, di preoccuparsi per tutto ciò che lo riguarda.. lo guarda, lì di fronte a lei, lui le parla.. lei non sente che il dolce suono della sua voce.. non ascolta.. pensa solo che vorrebbe amarlo, amarlo ed amarlo ancora..